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Le
vicende tragiche di Maria Stuart hanno dato origine a una tradizione letteraria
assai ricca. La prima raffigurazione dell'infelice regina è quella contenuta in
The Fairie Queene di Edmund Spenser (1552?-1599), sotto la figura
allegorica di Duessa, bella nell'aspetto ma in realtà ripugnante, secondo
un'impostazione rigidamente favorevole a Elisabetta. È andata perduta la
tragedia di Tommaso Campanella (1568-1639) che durante il suo processo affermò
di avere scritto contro la protestante Inghilterra: è il primo esempio di
utilizzazione letteraria del personaggio ai fini dell'apologia cattolica. Nel
1605 in Francia apparve la tragedia L'Écossaise ou Marie Stuart, di
Antoine de Montchrétien (1575-1621); in Italia nel 1602 la tragedia La Reina
di Scotia di Carlo Ruggieri (secc. XVI-XVII) e nel 1628 la tragedia omonima
di Federico Della Valle (ca. 1560-1628), una delle più alte opere letterarie
sull'argomento per la profonda commozione religiosa che pervade nella
rappresentazione della regina come di una martire, vittima della sua fede.
Apologia rigorosamente controriformistica è il poema Corona tràgica, vida y
muerte de la Serenisima reina de Escocia (1627) di Lope Félix de Vega Carpio
(1562-1635), derivato dalla Vita Mariae Stuardae Scotiae Reginae (1624)
di George Conn, canonico scozzese; di scarso interesse è il dramma La reina
Maria Estuarda di Juan Bautista Diamante (1625-1689). Eroina della fede è
Maria pure nella tragedia Maria Stuart of Gemartelde Majesleit (1646)
dell'olandese Joost van den Vondel (1587-1679), ma non senza umani tratti di
gioioso amore della vita, posto a contrasto con il cupo fanatismo anglicano;
l'apologia cattolica è pure evidente in opere come la Stuarda (1663) di
Giovan Francesco Savaro; Le barbarie del caso (1664) di Domenico
Giliberti; La regina di Scoria e d'Inghilterra (1665) di Orazio Celli;
Maria Stuarda (1672) di Anselmo Sansone di Mazzara. Nella tragedia The
Island Queens or the Death of Mary of Scotland (1684), John Banks si
sofferma più sul contrasto psicologico fra Elisabetta e Maria che non su quello
religioso; di tono apologetico anglicano sono invece Mary Queen of Scots
(1789) di John Saint John; la tragedia omonima di Mary Deverele (1792) e Mary
Stewart Queen of Scots (1807) di James Graham. La mediocre tragedia Maria
Stuarda (1789) di Vittorio Alfieri (1749-1803) ha come tema un episodio
della vita di Maria (l'uccisione di Arrigo, marito della regina), che è
rappresentata inetta più che malvagia. La prima opera su Maria veramente libera
dalla polemica religiosa è la tragedia Maria Stuart (1801) di Friedrich
Schiller (1759-1805), in cui l'infelice regina è rappresentata in tutta la
passionalità ardente della sua bellezza, che trascina alla rovina lei stessa e
coloro che l'amano ma si riscatta nel sacrificio supremo: Maria vive del
contrasto fra colpa ed espiazione, fragilità e fede, passione e rinuncia, ed
esce umanamente vittoriosa nella lotta contro Elisabetta gretta e vendicativa,
calcolatrice e ipocrita. Notevole importanza ha pure il dramma Maria Stuart
del polacco Juliusz Slovacki (1809-1849), in cui sono narrati con romantico
calore e forti tinte gli amori tragici della regina; e assai interessante è la
tragedia Marie i Skotland (1864) del norvegese Biörnstjerne Björnson
(1832-1910); minore valore hanno, nell'età romantica, la Marie Stuart
(1820) di Pierre-Antoine Lebrun (1785-1873) e Mary Queen of Scots
(1872) di William Moncrieff. Assai famosa è la trilogia che Algernon Charles
Swinburne (1837-1909) ha dedicato a Maria: Chastelard (1865), Bothwell
(1874) e Mary Stuart (1881): in essa tutta la vicenda della regina è
ricostruita con storica fedeltà e insieme con fantastica liricità, ma senza che
ne derivi un personaggio unitario. Ricordiamo inoltre i romanzi storici The
Queen's Quarr di Maurice Hewlett (1861-1923) e Ein Kind befreit die
Königin (1939) di Hans Reisiger.
Biografie (in italiano):
- Alexandre Dumas
"Maria Stuarda", 1840.
- François Auguste Mignet "Maria Stuarda regina di Scozia", 1851.
- Mario Borsa,
"Maria Stuarda", 1934.
- Stefan Zweig,
"Maria Stuarda. La rivale di Elisabetta I d'Inghilterra", 1935.
- Nancy Brysson Morrison,
"Maria Stuarda", 1964.
- Claudina Fumagalli, "Maria Stuarda. Tre mariti, due corone, un patibolo",
1967.
- Antonia Fraser, "Maria Stuart. La tragedia di una regina", 1969.
- Carolly Erickson,
"Elisabetta I. La Vergine Regina", 1983.
- Emilio Castelar, "Maria Stuarda",
1989.
- Jane Dunn, "Cugine. Rivali. Regine. Elisabetta I regina d'Inghilterra e Maria
Stuarda regina di Scozia", 2005.
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